Alcune persone lavorano intorno a uno yacht in costruzione quando sul secondo ponte scoppia un incendio. Molto probabilmente le fiamme sono originate da una scintilla di una saldatrice venuta in contatto con materiale infiammabile. Si alza nel cielo un’alta colonna di fumo denso, visibile anche dal lungomare, che costringe persino gli abitanti della zona a chiudere le finestre di casa. Nel frattempo, all’interno del capannone, la fuliggine si deposita su un’altra imbarcazione in costruzione e intacca l’intero fabbricato e i vani comunicanti. I danni sono notevoli.
L’intervento dei pompieri è tempestivo, ma servono quasi 10 ore per portare a termine le attività di spegnimento e messa in sicurezza perché il fuoco, alimentato dai numerosi arredi e allestimenti presenti sul secondo dei cinque piani dello yacht, continua a crescere. I vigili del fuoco consumano così tanta acqua che, a un certo punto, sono costretti a fare dei buchi per farla defluire per non rischiare di appesantire eccessivamente lo scafo.
L’intervento
Innanzitutto, bisogna liberare i ponti dalla grande quantità di macerie e arredi distrutti dalle fiamme; a questo scopo, vengono installati dei tubi per convogliare i detriti fino ai cassoni destinati alla raccolta dei diversi rifiuti. Inizia quindi la bonifica vera e propria dello yacht: a secco per le superfici non lavabili e a umido per le altre, trattate con idrolavaggio ad alta pressione e alta temperatura e X1, prodotto alcalino appositamente studiato da per spa e dall’Università di Pavia per queste attività. Gli stessi procedimenti sono ripetuti su tutti i 5 ponti dello yacht.
La fuliggine è rimossa anche dalle pareti del capannone in cui la barca è in costruzione e dagli uffici, situati nelle strutture adiacenti: per ogni superficie è scelto il metodo e il prodotto più adatto a garantire pulizia e sanificazione. Da ultimo, anche lo yacht in costruzione accanto a quello incendiato viene idrolavato con acqua demineralizzata.
